c’era una volta…
ascolta!
DI E CON Viola Forestiero
SCENE Filippo Stasi
COSTUMI Pina Sorrentino
ASSISTENTE ALLA REGIA Noemi Coppola
REGIA Salvatore Catanese
IDEA PROGETTUALE
Questo testo nasce come progetto di ricerca, il cui obiettivo è indagare la funzionalità della narrazione nei processi identitari. Il valore della Memoria da un lato e l’interpretazione del ricordo dall’altro. Qual è la storia (su noi stessi) che ci raccontiamo quotidianamente? In che modo essa contribuisce ad influenzare i nostri comportamenti e a delineare le caratteristiche che ci attribuiamo? Così ho iniziato a scrivere, a mettere nero su bianco la storia romanzata della mia infanzia rendendomi conto di come, riga dopo riga, dovessi sacrificare qualcosa perché la narrazione procedesse. Per questo motivo questo testo potrebbe essere scritto da qualunque bambino, qualunque adulto intenzionato a guardarsi indietro con il solo scopo di rispondere alla fatidica domanda: “Chi sono io?” Titolo di uno dei primi testi di Gianni Rodari che hanno segnato, o almeno così mi racconto, la mia infanzia. É un testo per bambini, adolescenti, adulti e saggi che vogliono interrogarsi su se stessi a più livelli, a seconda del punto in cui sono arrivati a redigere la storia che li vede protagonisti.
SINOSSI
L è una cantastorie che vive in un piccolo teatro, sommersa da ricordi e bizzarre abitudini. Tutte le sere racconta sempre la stessa storia, quella della piccola Ascolta; una bambina nata con un udito finissimo che le impedisce di avere una vita come quella di tutti gli altri. Ma man mano che il racconto procede, da un lato Ascolta cresce ed affronta le gioie e le difficoltà del vivere e il mistico incontro con il Teatro, dall’altro la cantastorie L si confronta con la solitudine e la rigidità della sua condizione di narratrice. Tutto questo in un’atmosfera che ricorda quella del Mago di Oz, popolata da lettere parlanti e boschi incantati che rendono Il Regno di Non So, dove nasce Ascolta, un luogo denso di simboli e aperto alla fantasia e all’immaginazione di ogni spettatore. Alla fine dello spettacolo vi chiederete se a parlare è Ascolta o L e se il messaggio dello spettacolo è indirizzato proprio a voi
NOTE DI REGIA
Non è mai semplice mettere in scena uno spettacolo rappresentato da un singolo attore – in questo caso un’attrice – che è anche l’autrice del testo, perché se la sensibilità della prima è materia delicata, quella di una scrittrice può esserlo anche di più. Per questo mi sono avvicinato al testo con discrezione, cercando di carpirne le sfumature e provando a tradurle nella messa in scena. Quella che raccontiamo è una fiaba che contiene nel suo titolo il classico “C’era una volta…”, ma chi è Ascolta, questo personaggio dal nome imperativo, o forse esortativo, citato nel titolo? Ascolta è una bambina nata con un dono che si presenta inizialmente come un danno: sente troppo. E non solo perché ha un udito sopraffino, ma perché ha anche tutti gli altri sensi molto sviluppati; lei “sente” tutto, è una creatura estremamente sensibile. Ma è anche entusiasta, sognatrice, determinata. Esattamente come potrebbe esserlo un’attrice. Per questo motivo L, che è il personaggio narrante, l’attrice in scena, opera un continuo lavoro di dentro/fuori, a volte confondendo lo spettatore che la vede interpretare i personaggi della fiaba e poi parlare di cose personali. L vive il dilemma dell’attore, che è sempre in lotta con se stesso e le sue decisioni, che si chiede continuamente se è il caso di continuare o no, che si interroga sull’utilità del suo sudare e soffrire in scena. Nel bel mezzo della storia, Ascolta fa una scoperta sensazionale che diventa per lei una vera e propria missione di vita, che è poi la stessa di L che ne sta narrando le gesta. Poi però accade l’imprevedibile e Ascolta dovrà fare ricorso a tutte le sue abilità e alla sua sensibilità per salvare il Regno. L, per tutta la rappresentazione fa una gran fatica, non solo fisica, ma anche mnemonica, ed è proprio lì la chiave di tutto; nella Memoria. Ricorda, non ricorda, confonde, travisa, proprio come facciamo noi quando ripensiamo ai momenti belli e a quelli meno belli. Li deformiamo, li trasformiamo a nostro piacimento, li reinterpretiamo. Ma Ascolta salverà il Regno grazie alla Memoria, così come noi potremmo salvare L se solo ricordassimo con lei. Le analogie sono troppe e a furia di parlarne anche io non ricordo più se sono Ascolta, L, il regista o uno spettatore qualunque che si è trovato per caso in platea. Aiutatemi e proviamo a ricordare, Insieme.