io, don chisciotte

Drammaturgia di Anna Marchitelli

Con Ettore Nigro

Regia e musiche di Mario Autore

Scene Ciro Palumbo

Costumi Anna Zuccarini

Assistente alla regia Mariapaola Massari

IO, Don Chisciotte

storia quasi eterna di un cavaliere errante 

«Solo uccidendo la vita, e con essa la vera verità,

si può separare l’eroe storico da quello romanzesco,

da quello mitico, favolistico o leggendario. Solo così

si può sostenere che un individuo è esistito del tutto o quasi del tutto

[…] perché esistere è vivere, e chi agisce esiste.»

Miguel De Unamuno 

In occasione dell’inaugurazione della mostra di Ciro Palumbo, El ingenioso Don Quijote, a cura di Anna Caterina Bellati, dipinti, sculture e disegni ispirati al capolavoro di Miguel Cervantes e alla reinterpretazione del cavaliere errante più celebre della Storia – in esposizione dal 3 al 30 settembre 2023, presso la Fondazione Giorgio e Armanda Marchesani (Venezia), e inserita nel circuito della Biennale di Venezia 2023, – è stato ideato lo spettacolo teatrale Io, Don Chisciotte – storia quasi eterna di un cavaliere errante. Scritto da Anna Marchitelli, interpretato da Ettore Nigro e con la regia di Mario Autore che firma anche le musiche, lo spettacolo nasce dal confronto serrato e intenso tra Marchitelli e Palumbo, mettendo in pratica un dialogo germinativo tra le arti. L’artista firma anche la scena composta da quattro tele (160 cm x 200 cm) e oggetti di scena, creando un proseguimento, ideale e reale, con il percorso espositivo.

NOTE AL TESTO

«È la paura di morire che, in origine, spinge Don Chisciotte ad abbandonare la vita sicura che conduce nel suo paese e a lanciarsi nell’avventura di diventare “cavaliere errante”. Ad animarlo il desiderio di fama eterna,ma anche la volontà di andare incontro all’uomo (e all’umano) per difenderlo dalle ingiustizie e dalle ingiurie. Il sogno donchisciottesco, stavolta, perde i contorni romanzeschi: è lo stesso personaggio, sulla soglia tra il vivere e il morire, a far cadere l’illusione e a svelare, in primis a Sancho Panza, che le etichette che gli ha affibbiato il “popolo dei savi e sani di mente”, ovvero “il folle”, “lo scemo che si è scimunito a causa dei libri e della donna amata”, o ancora “lo stolto che combatte contro i mulini a vento”, sono frutto di una (secolare e consapevole) messinscena da parte del protagonista. Mostrandosi, dunque, come un (moderno) cristo processato e crocifisso per il suo amore verso l’umanità tutta, più realista e vitale di quanto si sia sempre pensato, si apre il varco per una riscrittura dello spirito donchisciottesco. Spirito che, oggi più che mai,invita uomini singoli e soli ad unirsi sulla scia da lui lasciata: perché un esercito di don Chisciotte fa più paura di un cavaliere solitario.»

Anna Marchitelli

NOTE DI REGIA

Don Chisciotte de la Mancia è una figura archetipica che abita i nostri immaginari sotto diverse spoglie e nomi. È uno spiantato che insegue una improbabile gloria, ma anche un altruista visionario. È un eroe comico, ma anche un tenero fallito. C’è un po’ di Don  Chisciotte in Chaplin, così come in Totò, in Madre Teresa così come in ogni utopista. La diagnosi di follia è presto fatta, semplice e scontata. A questa diagnosi Anna Marchitelli, che conferisce voce alle immagini di Ciro Palumbo, si oppone. La tesi è che Don Chisciotte non sia pazzo, ma abbia agito in buona fede, abbia voluto semplicemente dare l’esempio, un cristico esempio, in nome di ideali superiori. Nel nome della fratellanza universale. Abbiamo immaginato di continuare su questa strada, ma di portarla dalla tela alla carne attraverso il testo. Ne è uscito fuori un personaggio che è la maschera di un uomo comune. Una maschera di semplicità, rettitudine e paura. Paura della morte, da cui tutti noi fuggiamo, e che ci rende, chi più chi meno, tutti dei piccoli Don Chisciotte, dei piccoli folli visionari che credono di combattere immani battaglie per la gloria, ma saranno un giorno costretti a rendersi conto di aver combattuto solo per scappare, per chiudere gli occhi di fronte a quell’ospite inquietante che ci cammina al fianco nel nostro tempo.

Mario Autore