#RESTAURARTE – riparare con l-oro
progetto #spazioeventi
rassegna di teatro
dal 16 settembre al 4 ottobre 2020 – dalle 20.30 | Villa Comunale di Napoli | Casina Pompeiana in collaborazione con il Comune di Napoli – Assessorato alla Cultura e al Turismo 15 spettacoli, dal mercoledì alla domenica
«A noi piace pensare che in 4000 anni il teatro si sia frantumato e ricomposto numerose volte, ed ogni volta ne è uscito più raro e prezioso»
Ad aprire la rassegna teatrale #Restaurarte|riparare con l-oro, mercoledì 16 e giovedì 17 settembre 2020, negli spazi della Casina Pompeiana all’interno della villa comunale di Napoli, sarà l’attrice Licia Maglietta che con la pièce “Un letto tra le lenticchie” di Alan Bennett, sposa e prende parte al processo di restaurazione artistica della rassegna. #Restaurarte|riparare con l-oro è la rassegna di teatro ideata dalle associazioni Piccola Città Teatro, Il Demiurgo e Putéca Celidònia, che, dal 16 settembre al 4 ottobre 2020, si terrà nella Villa Comunale di Napoli, ingresso Riviera di Chiaia, precisamente nello spazio antistante la Casina Pompeiana (e in caso di pioggia all’interno della Casina). Il progetto di #Restaurarte|riparare con l-oro nasce durante il confinamento dei precedenti mesi causato dalla pandemia che ha posto tutti noi dinanzi a delle impossibilità, in qualsiasi ambito. In virtù di questa mancanza di possibilità, #Restaurarte|riparare con l-oro intende dare spazio e voce a quelle realtà artistiche che non hanno potuto esprimersi, perché troncate dal confinamento, o che non sanno quando e se avranno la possibilità di realizzare i propri progetti. L’idea della rassegna trae ispirazione dalla tecnica del kintsugi (letteralmente “riparare con l’oro”), una pratica giapponese che consiste nell’utilizzo di oro o argento liquido o lacca con polvere d’oro per la riparazione di oggetti in ceramica, usando il prezioso metallo per saldare assieme i frammenti. L’arte del kintsugi diviene dunque simbolo e metafora di resilienza. Con ‘Adotta un piccolo spazio’, il progetto vuole offrire un piccolo sostegno anche ad alcuni spazi teatrali della Campania che hanno certamente risentito delle conseguenze del lockdown, mettendo in connessione le compagnie con i teatri in una sorta di mutuo scambio artistico e pratico ai fini della realizzazione degli spettacoli in questa rassegna e nella prossima stagione dei teatri adottati. Nell’ottica di una ripartenza comune che dia priorità al confronto sincero ed alle relazioni umane, la varietà di linguaggi delle compagnie partecipanti è espressione del senso di inclusività che la rassegna vuole trasmettere ad artisti e spettatori, quel senso di comunità che il progetto si auspica diventi sempre più prezioso nel delicato momento storico che stiamo vivendo. Anche Eleonora de Majo, Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, si è detta entusiasta del progetto: «Abbiamo accolto con gioia l’idea di questa piccola rassegna, grande nel suo significato, imperdibile per originalità degli spettacoli proposti. È una appendice alla nostra #EstateaNapoli che, nonostante la complessità dei protocolli anti-Covid, si è svolta in un clima di serenità, principalmente allestendo in esterno. Sono certa che anche in questa occasione il pubblico possa dare una risposta positiva a chi, come questa cordata di animatori culturali, tenacemente, prova a reagire al difficile momento che stiamo vivendo».
Teatri Adottati: TRAM TEATRO – NOSTOS TEATRO – TEATRO SERRA – MAGMA TEATRO – PICCOLO TEATRO DEL GIULLARE
PROGRAMMA
SETTEMBRE 16 – 17/09/2020 | “Un letto tra le lenticchie” di A. Bennett con Licia Maglietta “Un letto fra le lenticchie” fa parte di una raccolta di monologhi, “Talking Heads” scritta negli anni ’80 per la BBC da Alan Bennett, e più tardi riadattati dall’autore per il teatro. Susan, moglie di un vicario è una narratrice inesperta, non interamente consapevole. Crede che solo la commessa dello spaccio sappia che lei è alcolizzata e invece lo sa tutta la parrocchia. La sua confessione è senza confessore. Ma il suo sguardo è disincantato, limpido e acuto nel capire i rapporti che intercorrono tra gli abitudinari fedeli e il vicario, tra lei e le altre donne di chiesa, tra lei e il vicario. In fondo nessun rapporto con la comunità. L’unico incontro, l’unico respiro più ampio e anche spinta ad un cambiamento, lo vivrà con un giovane uomo estraneo a tutto il suo piccolo mondo, straniero. Susan è una donna che si sottrae alla quota di tribolazioni riservate al suo sesso. Licia Maglietta 18/09/2020 | “Maria della Merda” di Giovanni Del Prete con Francesca Iovine Signore stitiche e signori caconi, siete invitati alla festa a sorpresa della nostra Maria, spilacessi, sturagabinetti, Maria sarà pronta a salvare il mondo mettendo le mani negli escrementi e a liberare i gabinetti di tutti. Con la sua simpatica purezza, ci racconterà fatti e misfatti della sua cittadina. Venite alla festa in suo onore e in onore della cacca, principio naturale della vita ed elemento metaforico dei peccati di tutti. La festa di Maria serve a consacrarla come figura fondamentale nella società. La celebrazione infatti è organizzata dal parroco in testa, e da tutta la cittadina a cui Maria rende i suoi servigi. Maria svolge un lavoro che nessuno vuole fare, mette le mani nella cacca di tutti e stura i loro gabinetti, dai tanti e troppo ingombranti escrementi, liberando la vita della comunità dalle sue sozzure. La sua purezza e ingenuità non le permettono di cogliere la malvagità e infatti dietro alla festa si nasconde ben altro. 19/09/2020 | “Senza naso né padroni” di Amore e Longobardi con Sergio Longobardi “E’ l’avventura tragicomica di una voce periferica, voce nutrita dall’assurdo della vita, voce di chi sta ai margini dove cantano gli usignoli e ruggiscono le belve. E talvolta diventa difficile anche solo passeggiare.” Pinocchio Esposito, giovanotto stralunato e romantico, accende ogni sera una candela davanti all’immagine della fatina. Questo rituale amoroso è causa di un devastante incendio nel condominio di periferia dove trascorre le sue giornate. Costretto alla fuga dagli eventi mentre una folla inferocita di vicini bruciacchiati lo insegue, cerca scampo nel campo dei Miracoli. Qui si ferma e ricorda… Diventa così narratore di sé stesso e interprete della giostra di personaggi e di accidenti di vario genere che attira come una calamita. 20/09/2020 | Ritena Teatro –“’E Cammarere” – di Fabio Di Gesto, con Francesca Morgante e Mariaclaudia Pesapane “Stu vico niro nun fernesce maje…” Due cameriere in un basso napoletano, giocano a ricoprire il ruolo della loro padrona. Questo continuo gioco porterà le due donne a confondere la realtà con l’immaginazione. Riusciranno le due cameriere a fermare questo gioco? Allontanandomi dal testo originale e dalla sua struttura drammaturgica, ne ho ripreso solo l’idea drammatica: “Le due serve non sono realmente serve ma rappresentano tutti coloro che sono diversi, rifiutati, reietti e relegati ai margini di una società.” (J. Genet). Per fortificare l’idea di rifiuti della società ho dato loro un linguaggio particolare, quello del “vascio” e dei vicoli di una Napoli diversa, chiassosa e plebea. Un linguaggio potente e ritmico, composto da proverbi e detti. Un linguaggio che chiarisce allo spettatore la natura delle “cammarere”. 23/09/2020 | Full – House “La Carovana dei dispersi” testo e regia di Fiammetta Perugi, con Giuditta Pascucci, Marco Iacuzio, Stefano Carannante Un anziano signore affetto da demenza senile, dopo tre anni che non esce di casa, decide di andare a comperare il pane per la figlia, ormai ridotta a sua badante. Ma decenni di aperture e chiusure febbrili di negozi, boutique e attività per turisti hanno portato la città ad un cambiamento radicale che sconvolge i piani del signore, il quale non vi si ritrova più e si perde. La storia viene narrata dagli occhi di alcuni abitanti, autoctoni e occasionali, che l’hanno visto passare. Nel narrare e narrarsi i personaggi portano alla luce i temi che attraversano trasversalmente il testo: la memoria, il turismo d’assalto, la solitudine, la paura, il cambiamento, la gioia. Protagonista diventa oltre al signore disperso, la città, reticolo di solitudini, ma anche di incontri. 24/09/2020 | “(Quale) Inferno” -di e con Marica Mastromarino, Luca Pissavini (contrabbasso) (Quale) Inferno è un progetto che nasce a Milano nel 2016 dall’incontro tra Marica Mastromarino (ideatrice, attrice) e Nicola Ferrari (chitarrista, cantautore), andato in scena a settembre dello stesso anno con la supervisione di Benedetto Sicca. Con lo scopo di approfondire la ricerca sulla relazione tra parola scritta e suono, il progetto assume una nuova forma nel 2018: (Quale) Inferno_reloaded, in collaborazione con i sound-designers Emil Cottinoed Eros Dalla Barba. L’intento è quello di viaggiare nella Divina Commedia, in particolare nell’Inferno dantesco, nel tentativo di replicare l’esperienza della discesa pre-ascesa vissuta dal Poeta, rivivere le atmosfere degli incontri di Dante con le anime dannate ricreando un loro presente. La traduzione in (Quale) Inferno_reloaded dell’hic et nunc dei personaggi danteschi, risponde alla scelta di esplorare la scrittura di Dante nella sua metrica, nella sua ritmica, in una parola nella sua musicalità. Quel che sorprende ancora della Comedìa, della sua perfezione e della sua complessità, è la straordinaria capacità evocativa, figurativa, della tecnica di Dante. Il capolavoro nasce da un’accurata scelta linguistica: sono quelle parole, in quell’ordine e quelle combinazioni, a dar vita ai personaggi con le loro storie, ai cambi di scena con i vari elementi; sono quei suoni, quella musicalità, a immergere il lettore direttamente nel cammino di Dante, di volta in volta autore, attore e personaggio di turno. In (Quale) Inferno_reloaded, un ambiente sonoro appositamente composto permetteva all’attrice (sola in scena, con interventi sonori/musicali esterni eseguiti in diretta) di esperire questa immersione, e come Dante passare da un momento a un altro senza soluzione di continuità. Debutta al Nuovo Teatro Abeliano di Bari (marzo 2019); in seguito va in scena allo spazio Alma Rosè di Milano e al Cavallerizza Irreale di Torino. 26/09/2020 | I Pesci – “Notti bianche” di Dostoevskij, adattamento di Fiorenzo Madonna, musiche originali Gian Marco Libeccio, con Gian Marco Libeccio e Fiorenzo Madonna “Ma voi volete proprio sapere chi sono io?” – “Certo, sì, sì” – “Nel senso stretto della parola?” – “Nel senso più stretto della parola!” – “Allora lasciatemi dire: sono un tipo.” – “Un tipo? Che tipo? Che cos’è un tipo?” – “Un tipo? Un tipo è un originale, è un uomo ridicolo! – “Sentite, voi sapete che cosa sia un sognatore?” A certe latitudini accade che il sole non tramonti mai, neanche di notte. In queste notti accade che si facciano degli incontri straordinari, al confine con il sogno, che il tempo e il sentimento si condensino in certi attimi, che le nostre vite ne vengano segnate in maniera indelebile. “Notti bianche” è la storia di un sognatore e del suo primo incontro con l’amore, il primo capitolo di un’educazione sentimentale che nasce da una tempesta, nella quale nulla è quello che sembra e della quale, forse, si avrà l’impressione di capire qualcosa solo una volta ritornati con i piedi per terra. Provare a restituire vita sulla scena alle parole di Dostoevskij significa per noi tendere l’orecchio alle nostre anime amanti e sognatrici, lasciare che prendano il sopravvento, osservarle intrecciarsi nell’aria e poi perderle di vista nelle prime ore del mattino. Alla fine, quando saranno rimasti solo domande e cerchi alla testa provare a sentire se qualcosa di questi attimi di beatitudine resiste nel reale. 27/09/2020 | Contestualmente Teatro – “Gaetano – Favola anarchica”, testo e regia di Riccardo Pisani, con Nello Provenzano “Non ho ucciso Umberto. Ho ucciso il Re. Ho ucciso un principio” Lo spettacolo racconta la storia di Gaetano Bresci, l’anarchico regicida che il 29 luglio 1900 colpì a morte Umberto I, re d’Italia e ne racconta la vita attraverso la scelta di un linguaggio favolistico. La vicenda infatti si intreccia con “A toccare il naso del re”, racconto breve di Gianni Rodari, ed è proprio attraverso la dimensione del gioco che Gaetano arriva a determinare la sua crescita umana e politica. Toccare i nasi dei grandi prima, e dei potenti dopo, diventa il “piccolo atto rivoluzionario” attraverso il quale Gaetano, ancora giovanissimo, sente di poter annullare ogni distinzione di classe, in quanto sfiorare la carne altrui sottolinea quanto le differenze tra gli uomini non hanno ragione di esistere. A poco a poco scopriamo che Gaetano è sì un rivoluzionario, ma atipico, e alla ricerca costante di un equilibrio che possa conciliare i “dogmi” politici con la sua straripante passionalità. 29/09/2020 | Taverna Est Teatro – “Sfratto Celeste” testo e regia di Sara Sole Notarbartolo con Andrea de Goyzueta e Fabio Rossi L’interno di un appartamento. Oltre le finestre intuiamo dal lampeggiante di una volante, la presenza della polizia. È pomeriggio e si sente soltanto, raro, il suono di una ricetrasmittente della polizia che stacca e attacca il segnale ma da cui non arrivano parole. Matteas ha più energia che spazio vitale, vestiti consunti ma forse per pura ricerca di fascinosa malandatezza. È un nervoso, un emotivo. Un maltrattato dagli eventi. Desidera dare una forma alla realtà, una qualsiasi forma, desidera che qualcuno gli spieghi come funziona la vita. Beraghi è un intellettuale talmente snob da specializzarsi, dopo la laurea, come tecnico di riparazione delle caldaie. Resta un filosofo, un pragmatico, uno stoico. Se ha una nevrosi la tiene nascosta benissimo e ci convive comodo. Il suo pessimismo è soffocante e liscio come il velluto. Il mondo esterno, nella figura retorica della polizia, cerca di tirarli fuori dalla loro casa-tana e a questo scopo vengono escogitate le più diverse strategie. Altrettante strategie e altrettanto varie vengono messe in atto dai nostri due sfrattuandi e chi avrà la meglio avrà salva la sanità mentale. 30/09/2020 | Baracca dei Buffoni – “Come una bestia” – liberamente tratto da “Sei una bestia Viskovitz!” di Alessandro Boffa, regia di Orazio De Rosa, con Antonio Perna Uno scarafaggio arrampicatore sociale, uno scorpione killer, una spugna che vuole smettere di bere, un pappagallo che parla d’amore … Viskovitz è ognuna di queste bestie e molte altre ancora, alle prese con le loro bizzarrie, nevrosi, vanità. Ma è la condizione umana, in tutta la sua dignità e scostumatezza, a essere rappresentata attraverso queste esilaranti metamorfosi. Come una bestia, è un tour de force di comicità e intelligenza, dove il gergo scientifico diventa invenzione linguistica, la battuta aforisma. Attacchi folgoranti danno vita a intrecci pieni di sorprese, che spaziano dalla gag comica al western, dall’assurdo al blues. Sono favole ironiche che illuminano un mondo in cui si fatica a essere animali e si finisce per diventare bestie. OTTOBRE 01/10/2020 | Il Demiurgo – “La pagella” – da un progetto di Sara Guardascione e Andrea Cioffi In un’Italia distopica, ma non troppo, la deriva politica ha portato ad una crisi economica e sociale. Una crisi dei ruoli e dei valori. Si presenta, insomma, uno stato assolutista, di vedute più che ristrette, vituperato dalle continue scelte sbagliate che un ipotetico, ma non troppo, governo ha operato nel tempo, e che costringe chi vi abita ad una povertà pecuniaria e morale. Due storie si intrecciano. Anni diversi, protagonisti diversi. Da una parte una ragazzina decide di affidarsi ai suoi sogni e di fuggire, clandestinamente, imbarcandosi verso lidi migliori. Prima di farlo, tuttavia, dovrà confrontarsi con chi, suo malgrado, ha deciso di restare: il guardiano del mare; dovrà confrontarsi, insomma, con la memoria di chi era presente quando si stava dal lato giusto del mondo, di quando gli errori erano giudicabili e le scelte erano sindacabili, fintanto che erano di altri. Dall’altra un giovane uomo, sul punto di un importante cambiamento, decide di tornare a casa per renderla un posto migliore per il futuro, ma per farlo dovrà affrontare tutti gli oneri burocratici, incontrando il sorridente impiegato statale che, in un dialogo tra il serio e l’assurdo, lo porrà davanti a nuove, inaspettate problematiche. La ragazzina ha le idee chiare, ha dei sogni troppo forti per essere infranti: cucirà la sua pagella scolastica all’interno di una tasca, per garantirsi, altrove, il successo che merita e che la sua terra d’origine non ha saputo restituirle; l’uomo invece dubita, si guarda indietro e dimentica come guardare avanti. La connessione tra questi due scenari, distanti all’apparenza, per luogo e per collocazione temporale, risulta lampante durante l’azione scenica che porta gli episodi a collimare in un unico finale. 02/10/2020 | Piccola Città Teatro – “C’era una volta… Ascolta!” – di e con Viola Forestiero, regia di Salvatore Catanese L è una cantastorie, vive in un piccolo teatro che potrebbe essere in qualsiasi città, di qualsiasi parte del mondo; guarda caso, la città di cui sto parlando però, è proprio la vostra. Il Teatro è la sua casa e raccontare la sua vita. L ha tanti difetti, alle volte si distrae e confonde le parole ma per niente al mondo smetterebbe di raccontare. La storia che racconta è sempre la stessa. La storia di una bambina di nome Ascolta con un gran talento. Tutti sappiamo il peso che il talento comporta, qualsiasi esso sia. Le storie di Ascolta ed L s’intrecceranno durante il racconto alla storia di tutti voi. Questo è uno spettacolo per ricordare quanto ognuno di noi faccia sempre parte della storia di qualcun altro, anche se in questa nostra vita, spesso, tendiamo a dimenticarlo. 03/10/2020 | “Black Out – Il buio dentro” di Iacobelli e Palmieri, regia di Roberta Palmieri, con Federica Iacobelli e Stefano Paradisi Black-out – il buio dentro è una storia che si consuma nel cielo, all’interno di un aereo sospeso in volo. In questa casa volante le vite di due passeggeri senza nome s’incontrano per non lasciarsi mai più. Lei un hostess di volo perfezionista e sicura di se – timorosa di perdere le sua indipendenza di donna libera dai legami che si stringono nella terra – convive con l’idea che non potrà mai avere un figlio se continuerà a vivere nel cielo. Lui un ragazzo senza passato, impacciato in ogni semplice gesto ma curioso del mondo che lo circonda. Sarà l’invadenza e la curiosità di lui a smorzare in lei paure e dubbi con i quali convive ogni giorno: è possibile per una donna fare carriera e allo stesso tempo avere un figlio? Si può essere delle buoni madri e allo stesso tempo essere indipendenti? Sarà questo surreale viaggio nel cielo a darle risposte che non prevedeva di ricevere. Black-out – il buio dentro non intende parlare della paura che una madre ha per i suoi figli ma della paura che una madre ha rispetto a se stessa. Essere al servizio di un essere piccolo e indifeso stravolge completamente la vita di una donna, muta il suo stato fisico e psicologico, la costringe a cambiare per sempre. Ma i più piccoli cambiamenti non sembrano essere contemplati dalla protagonista di Black-out: per lei non è possibile costruire una casa senza “scendere dal cielo”, dare le chiavi di casa a qualcuno, fidarsi al buio di uno sconosciuto – anche se quello sconosciuto vive dentro la tua pancia. Durante questo viaggio, una serie di interrogativi sulla sua identità faranno riaffiorare in lei paure e ricordi d’infanzia, riaccendendo inaspettatamente lo stupore per i più piccoli dettagli e aprendo nuove strade da percorrere. 04/10/2020 | Putéca Celidònia – “Tragodìa, il canto del capro”, di e con Emanuele D’Errico, regia di Ettore Nigro «Conosce la storia di Guglielmo Belati?». Guglielmo è un ragazzo di paese, che decide contrariamente al volere degli adulti genitori di voler sposare la sua fidanzata. Armato di coraggio, di un anello e di un pacchetto di caramelle a menta, corre in auto verso la sua futura sposa, Teresa. Durante questo viaggio si ferma a raccogliere dei fiori e davanti a un fiore arancione con delle gocce di blu incontra una capra, Guglielmo si innamora all’istante dell’animale e farà di tutto pur di comunicare con lei e dichiararle il suo amore. e intende decidere quale modello di individuo sia meritevole d’amore e chi invece non lo è.